mercoledì 30 novembre 2011

UNA APP COME SI DEVE: IL CASO TESCO

Oggi vi propongo questa case history nella speranza di trasmettere un concetto fondamentale legato al mondo dei dispositivi mobili. Creare una App tanto per fare non serve ne al brand ne ai suoi clienti/consumatori. Gli aspetti tecnologici sono molto importanti ma ancor di più lo sono l'analisi delle reali esigenze del brand e del target e l'idea creativa scelta per rispondere a queste esigenze. Cercate di ragionare sempre in termini di strategie di mobile marketing e non soltanto di semplici App, ricordando che una applicazione è un mezzo e non un fine
Michele

lunedì 28 novembre 2011

DALL'ARTE AL MARKETING: NASCITA DI UN NUOVO MEDIA?

E' incredibile notare come la creatività e l'arte concettuale in questo caso specifico,  possa portarci a vedere nuove e diverse forme di utilizzo di un semplice oggetto. Riuscirà dunque il marketing ad appropriarsi di questa visione trasformandola in un meno poetico strumento di comunicazione?
Michele




Condividere è l’imperativo del web 2.0. L’abitudine allo ‘sharing’ potrebbe però non essere più prerogativa esclusiva del mondo virtuale e approdare al mondo reale sfruttando particolari supporti fisici sparsi per la città.
Aram Bartholl, berlinese, membro del New York’s Fat lab art and technology collective, è autore nel 2010, di un’installazione di file sharing urbano sviluppata all’Eyebeam Art & Technology Center di New York.
Il giovane artista ha posizionato delle chiavette USB in vari punti della città usando le intercapedini dei muri. (...)
La filosofia è quindi quella della libera partecipazione, dove la città stessa diviene una rete di scambio multimediale complementare e alternativa ai canali di condivisione mainstream.
Oltre alle prime cinque memorie installate da Bartholl a New York, oggi sono sparse per il mondo 104 dead drops con una capacità complessiva di circa 260 Gb. Anche in Italia il fenomeno sta prendendo piede.(...)
Questo approccio, al di là della filosofia peer-to-peer, si presta a possibili utilizzi di marketing non convenzionale. Nell’immediato futuro, non ci sorprenderebbe che i dead dropsvenissero inseriti nei piani di comunicazione dei brand e quindi vedere chiavette usb posizionate nei touchpoint del target, in modo tale da raccogliere e offrire contenuti tematizzati (...)

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venerdì 25 novembre 2011

SPOT TV: I TOP E I FLOP DI NOVEMBRE

Vi presento i migliori ed i peggiori spot che ci stanno proponendo in questo mese sulle principali reti nazionali, secondo la mia personale visione da addetto ai lavori. Ironia della sorte ai due estremi della classifica si piazzano due competitors diretti. Chi dei due avrà ragione? 

TOP 

1° - Amaro Lucano
Come già ampiamente descritto in un post precedente, colloco questo spot al primo posto in quanto siamo di fronte ad un nuovo potenziale tormentone evergreen. (GUARDA IL VIDEO)



2° -  Ikea
Come sempre IKEA propone il proprio stile creativo scanzonato ed ironico. Apprezzo molto la scelta di smascherare una verità risaputa ma non detta: il disagio natalizio di essere invasi dai parenti!
(GUARDA IL VIDEO)


3° - Calzedonia
Continua il percorso creativo romantico ed onirico di Calzedonia. Anche questa volta lo spot è potente espressione di un feeling che l'azienda ha saputo creare attorno al brand. (GUARDA IL VIDEO)
 

FLOP

3° - Ferrarelle
Qualcuno mi spieghi quali valori e quale posizionamento conferiscono al  brand Buffon e Seredova... Hanno scelto uno stile da compagnia telefonica che poco si sposa con un'acqua minerale, con l'aggravante sul budget della voce costo "testimonial".  (GUARDA IL VIDEO)

2° Ambipure

Posso capire che il prodotto faccia miracoli ma farci passare l'idea che una casa sporca ma profumata è meglio di una pulita.. Forse è un pò eccessivo! (GUARDA IL VIDEO)

1° Amaro Montenegro

Dopo anni in cui ci venivano proposti gli stessi episodi dei tre amici-eroi è arrivata finalmente una nuova storia. Peccato che ci propongano un improbabile barcone alla deriva con a bordo una sorta di orchestra... Ma per favore! (GUARDA IL VIDEO)



Se volete apportare delle modifiche alla classifica segnalatemi Spot e motivazione da inserire. grazie!
Michele

mercoledì 23 novembre 2011

IL PAZZESCO VIRAL DI CONTREX WATER

Ieri mi hanno mostrato questo video e non potevo non pubblicarlo! Ancora una volta, l'ennesimo esempio di come un'idea creativa geniale può trasoformare anche una semplice acqua naturale in un fenomeno virale, lasciando il ricordo del brand scolpito nel nostro cervello. Chi pensa che l'unconventional sia a ristretto uso e serivizio di Nike e compagnia bella.. dovrà ricredersi!
Inoltre torno su un concetto a me molto caro: uscire dai codici comunicativi tradizionali di una categoria di prodotto, se fatto con intelligenza creativa, paga sempre. Cosa ne pensate?
Michele



 

lunedì 21 novembre 2011

MELINDA SBARCA SU FACEBOOK

Oggi vi parlo di un progetto che sto seguendo personalmente per Melinda. 
Dopo il concorso online dello scorso anno che ha ottenuto oltre 500.000 giocate, questa nuova stagione, la campagna "Bella Melinda"  che state vedendo on air sulle principali tv nazionali, arriva su Facebook con un giochino dedicato a tutti gli amanti della famosa mela della Val di Non.
Dal 14 novembre, sulla Fan Page Ufficiale Melinda , è infatti  partito il Concorso Dillo col Jingle".
In palio meravigliosi weekend negli Agritur Ambasciatori di Melinda
L’applicazione “Dillo col Jingle” permetterà di inviare, sulle note di Bella Melinda, un nuovo jingle: un saluto in rima ad amici e parenti, che sarà possibile personalizzare col nome del destinatario o con un tag generico (amore, amico, amica, mamma, papà, …). Un’idea fresca e divertente, per creare uno scambio di dediche che fioccherà sulla bacheca di coloro che sono già fan della pagina ufficiale di Melinda, e di quelli che lo diventeranno.
Fra tutti i "dedicanti" alcuni vinceranno subito uno dei 15 weekend soggiorno negli Agritur Ambasciatori di Melinda. 
Dunque non vi resta che dirlo con un jingle e tentare la fortuna!
Michele 

venerdì 18 novembre 2011

NON APRIRE UN ALTRO BLOG!

Riccardo Esposito ha scritto sul suo My Social Web questo post ironico ma estremamente educativo. Non aggiungo altro.. leggete, memorizzate e preparatevi ad affrontare il week-end!
Michele 
 
A volte, non so perché ma soprattutto quando sono in autobus, mi vien voglia di aprire un altro blog. Un blog che tratti argomenti differenti da quelli affrontati su My Social Web.
L’autobus prosegue la sua corsa e io aggiusto il tiro: meglio argomenti collegati. Non è facile affrontare con professionalità argomenti che non conosco bene, perché non scegliere qualcosa che già conosco?

Magari un blog per copywriter o dedicato alle risorse WordPress.
L’autobus si avvicina alla mia fermata e continuo a fantasticare sul futuro blog. Scelgo l’hosting, carico il CMS, scelgo un bel tema e metto a punto tutti i dettagli…
Scendo dall’autobus e, come per magia, le cose cambiano. Sarà il susseguirsi dei passi, sarà il tornare a respirare aria non viziata dalla presenza di altre 30 persone, ma camminare mi permette di guardare le cose in maniera differente....
Quanto tempo dedico al mio blog in una giornata? (...)

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mercoledì 16 novembre 2011

NASCE IL DEKODIGITAL NETWORK

Quando mi imbatto nel Digital Signage resto sempre molto colpito dalle evoluzioni che la tecnologia mette a disposizione del marketing per coinvolgere conumatori e clienti con effetti speciali recuperando allo stesso tempo informazioni preziose per le nostre strategie future. Vetrine interattive, pellicole a forma di donna che parlano,  sensitive floor e mille altre diavolerie (video ed immagini) invaderanno gli store di tutto il mondo.  A tal proposito vi posto il comunicato stampa di un'azienda leader nel settore che ha lanciato il network "Dekodigital", riservato a comunicatori, decoratori ed interior designer. 
Michele 

Grande interesse e adesione immediata di oltre 200 iscritti alla nuova Community dedicata ai professionisti e imprese della Comunicazione Visiva presentata al VISCOM 2011.
Risultato oltre ogni aspettativa per il lancio del DEKODIGITAL NETWORK del Gruppo Masserdotti che ha visto il suo esordio al VISCOM in questi giorni alla fiera di Milano.
Superata la soglia dei 200 iscritti in 3 giorni, oltre ad una platea di altrettante 200 persone nella Sala Forum dell’Ente Fiera presenti al Seminario di lancio della piattaforma on-line che intende diventare il nuovo e unico luogo di incontro e confronto tra gli addetti ai lavori.
Grande la soddisfazione dell’azienda nota al pubblico per essere da sempre innovatrice e promotrice di iniziative in grado di favorire lo sviluppo, se non anticipare, il mercato. E anche in questa occasione non si è smentita portando all’interno della manifestazione una ventata di aria nuova e di fiducia nel creare opportunità di business, soprattutto in questo momento di crisi globale.
Le numerose e spontanee adesioni dimostrano chiaramente il bisogno da parte di professionisti e imprenditori di cambiare pagina e accogliere idee e proposte di rinnovamento che consentano di credere ancora nel proprio ruolo e ritornare ad essere protagonisti di un settore, quale quello della Comunicazione Visiva, determinante per il successo di una moderna impresa.
Il primo obiettivo del DEKOGITAL NETWORK è stato quindi brillantemente raggiunto, ora spetta al Gruppo Masserdotti, insieme ai prestigiosi partner del progetto 3M, GMG ITALIA, DURST e SAMSUNG mantenere le promesse, confortati da un’attenzione e una fiducia altissima alimentata dal desiderio di qualificare l’offerta di consulenza e servizi, principale beneficio degli appartenenti alla Community, odierni e futuri.

Fonte: www.masserdotti.it

martedì 15 novembre 2011

TWTTER STORIES

Oggi vi parlo di Twitter Stories un progetto veramente "social" e oserei dire commovente. Una sapiente raccolta di micro conversazioni che a suon di 140 caratteri possono anche cambiarti la vita.
Michele


Dopo Facebook, anche la piattaforma dei cinguetti si prepara al lancio di un proprio sito di Stories, su cui raccogliere le avventure più stravaganti, affascinanti e divertenti che sono state vissute attraverso il microblogging, in pillole da 140 caratteri. Si chiama Twitter Stories, la pagina web sulla quale convergono le storie più interessanti, strampalate o con più seguit l'importante è che siano state raccontate dagli utenti a forza di tweet. La società, guidata da Dick Costolo, ha in breve realizzato un sito sulle orme di Timeline, il progetto che a settembre scorso era stato presentato da Facebook. Le 'Storie di Twitter' ricalcano il modello della Timeline in un tentativo di ristrutturare il contenuto liberamente pubblicato dagli utenti così da offrire un racconto più vasto, esauriente e che non si limiti ai soli 140 caratteri disponibili in un twee. Raccogliendo tutti i piccoli pezzi, senza tempo o spazio ben definiti, vengono ricostruite delle storie intere e trovano senso, gli utenti si riconoscono in esse e, con 100 milioni di utenti, le storie possono diventare davvero interessanti. (...)
 Datemi un tweet e vi salverò una libreria. E' una delle storie principali con cui Twitter presenta il progetto. Lui si chiama Aaron Durand e alla fine 2008 pubblica un brevissimo invit "Se sei a Portland mi fai un un favore??? Compra un libro presso la libreria Broadway Books. Non aspettare, comprane 3. E io ti comprerò un burrito la prossima volta che sono in città". La libreria in questione era quella della madre, Roberta Dyer, che stava fallendo.
Aaron ha mille dollari a disposizione sul suo conto corrente e, pur di non vedere l'attività della madre chiudere, decide di giocare l'ultima carta: mettere sul tavolo e a disposizione degli utenti di Twitter i suoi mille dollari per evitare l'inevitabile. Nel giro di poche ore l'annuncio è stato raccolto da decine di utenti. E in pochi giorni la libreria si è ritrovata a corto di libri per via delle vendite improvvisamente esplose.
(...)
Salvato da un Tweet. Cosa fareste se, alzandovi una mattina, vedeste allo specchio metà del vostro viso completamente paralizzato? Patrick Johnson, 26 anni, non ci ha pensato due volte è lo ha pubblicato immediatamente su Twitter: "Mi sento come se mi fosse venuto un colpo. Metà della mia faccia non si muove come dovrebbe". Pochi minuti più tardi gli avrebbe risposto Marj Battie, diagnosticando correttamente i sintomi della paralisi e salvandolo da danni permanenti.
Lo stesso che è successo al musicista e produttore Chris Strouth il quale, grazie a un tweet di pochi caratteri, "me**a, ho bisogno di un rene", sarebbe riuscito a trovare un donatore e sembra abbia potuto essere sottoposto con successo al trapianto, come testimonia lo stesso sito Twitter Stories. Due casi su un milioni, verrebbe da dire, che potrebbero non senza qualche ragione suscitare qualche perplessità, a cui Twitter non rinuncia di dare risalto, però, pur di testimoniare la potenza e la diffusione del Web, e ovviamente del proprio sito in particolare. (...)
Dal microblogging allo storytelling. Storie di ogni genere e gusto, dunque, che hanno in comune l'idea che con soli 140 caratteri può succedere di tutto. Ci sono brevi testimonianze, più o meno eclatanti o commoventi, annunci o dichiarazioni che preludono a una storia, a una vita, a un vissuto degno di essere raccontato al maggior numero di persone.
Un tesoro di emozioni e di relazioni in che Twitter ha deciso di capitalizzare. Una decisione che va ben al di là della bontà d'animo, reale o presunta tale, dell'azienda, e che segue invece una tendenza in atto da diverso tempo da parte dei social network. Quella, cioè, di raggruppare per tema o per via dell'interesse che potrebbe suscitare il contenuto pubblicato dai singoli utenti, allo scopo di creare un prodotto usufruibile dal grande pubblico. E c'è da giurarci, ottenere maggiore visibilità.
Ma d'altra parte questa è un'operazione tentata, fra gli altri, da molti aggregatori come ad esempio Storify10, una piattaforma nata ad esempio esclusivamente per accorpare tweet, articoli, annunci, foto, video su diversi social network, e ricostruire un racconto con i tanti, piccoli contributi disseminati sul Web. Non resta ora che capire se questa nuova tendenza faccia parte di una logica conseguenza del Web come lo conosciamo oggi o non sia invece, come sostengono alcuni, l'alba di un nuovo Web, questa volta 3.0.

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lunedì 14 novembre 2011

IN RETE SIATE CREATIVI!

Oggi prendo spunto da questo bel pezzo scritto su 4Marketing.Biz per esprimere un concetto a me molto caro: in Rete è fondamentale essere creativi.  Purtroppo o perfortuna non basta conoscere le tecnologie o saper gestire delle relazioni umane, la creatività intesa come processo mentale che sfocia in un'idea è l'unica arma che abbiamo per nuotare anche in Rete in un oceano blu e per trasmettere in modo originale quei valori che sono unici del nostro brand. 
Michele 

 Di Francesca Valente
Creatività: “l’arte o la capacità di creare e inventare”. Questo è quanto ci suggerisce sinteticamente Wikipedia. Ѐ difficile circoscrivere un concetto così vasto. Vasto quanto sottovalutato, aggiungo! Ed è proprio su questo aspetto che vorrei soffermarmi.
Ken Robinson – noto scrittore ed oratore, esperto in materia di educazione – sostiene che la scuola uccide la creatività: il sistema scolastico pubblico è venuto alla luce per rispondere ai bisogni dell’industrializzazione, le materie più proficue sono sempre state considerate la matematica e le lingue, mentre quelle artistiche risultano marginali (perché non funzionali alla professione!). Paul McCartney sosteneva di non essere mai stato capito a scuola, le sue attitudini non emergevano in quel contesto; ed è diventato uno dei Beatles. Uno straordinario musicista abile, non casualmente, anche nella recitazione e nella pittura.
l sistema accademico ha plasmato il nostro modo di valutare l’intelligenza umana, valorizzando il ragionamento logico-razionale e stigmatizzando il talento creativo. Con l’inflazione di laureati attuale e la disoccupazione imperante, a fare la differenza potrebbe essere proprio un nuovo modo di impiegare la mente. Azzardo: se fossimo stati educati in maniera differente sapremmo fronteggiare questa rivoluzione, dominandola invece che subendola? Non parlo di creatività legata unicamente a delle “idee vincenti”, mi riferisco ad un tipo di ragionamento open mind a partire dalle relazioni con le persone, aperto al cambiamento e all’apprendimento (....)
Grazie alla rivoluzione digitale si sta delineando nel mercato l’esigenza di nuovi profili professionali, un ibrido tra informatici e comunicatori: hanno competenze tecniche, tecnologiche, ma devono saper curare anche i contenuti, scrivere (bene) e comunicare. Un contesto che si caratterizza per la sua immediatezza, dove i flussi informativi sono continui e le fonti illimitate, richiede la prontezza di abbandonare schemi di ragionamento standard in favore di un approccio innovativo. Il dialogo e l’interattività tipiche del Web 2.0 implicano il saper conversare con gli utenti (...)

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giovedì 10 novembre 2011

CRESCE IL SOCIAL GAMING

Prendiamo atto di questo fenomeno in continua crescita e che ritengo essere un modo pulito ed onesto per attirare fan verso il proprio brand. Tuttavia mi chiedo: riusciranno le nostre aziende ha sviluppare- commissionare giochi in grado di unire divertimento e brand reputation?
Michele


Di Maria Pia De Marzo
Quando si parla di Social Gaming, non si può far altro che pensare a un fenomeno di massa che, chi più chi meno, ha conosciuto e a cui a si è dedicato del tempo quotidiano. Negli ultimi quattro anni, infatti, il fenomeno ha assunto proporzioni talmente enormi, con numeri da capogiro – più di 800 milioni di utenti attivi – da decretare e consolidare definitivamente il successo del settore.
Se pensiamo al Social Gaming, la risposta è una sola: Facebook. Di fatti, esso rappresenta il big player in assoluto per il mercato dei giochi online su piattaforme di social networking (occupa meno del 30% del mercato), uno dei primi a integrare i giochi, e il primo che ha scoperto che è possibile lavorare su quella nicchia ricca di utenti che permettono di far crescere il mercato.
Il perchè del suo successo ha tre buone ragioni:
  • Facebook, rappresenta la fetta più grossa del mercato dei social network;
  • l’audience ha un livello di engagment sufficiente e di conseguenza è più facile monetizzare;
  • c’è la possibilità di accedere ai meccanismi virali propri del canale, quali notifiche, post sulle proprie e altrui bacheche, a un costo davvero irrisorio.
Nonostante, queste osservazioni, il settore del Social Gaming su Facebook, sta conoscendo una nuova fase, caratterizzata dal sopravvento, o consapevolezza se vogliamo, delle case produttrici di giochi social, che stanno lavorando per generare nuove partnership con altre piattaforme per accaparrarsi un’ulteriore fetta di mercato. (...)
Questo fenomeno, è statisticamente analizzato dallo studio, condotto da Viximo, una delle principali piattaforme produttrici di Social Game, che stima che i giochi che esistono al di fuori di Facebook, aumenteranno gli introiti di cifre superiori $5,6 miliardi di fatturato entro il 2014. D’altra parte, per la fine di quest’anno, si stima che, solo i giochi che non girano su Facebook raggiungeranno i 3,2 miliardi dollari di fatturato.(...)

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mercoledì 9 novembre 2011

SENTO PUZZA DI NUOVO TORMENTONE...

Forse ve ne sarete già accorti ma Amaro Lucano è tonrato in TV con un nuovo spot che ha tutta l'aria di voler diventare un nuovo tormentone. Il claim è "Chi vuole un Lucano alzi la mano!" ed io lo trovo veramente brillante.  Con un'ottima idea copy e un budget contenuto per la realizzazione del girato sono riusciti a comunicare in modo efficace il posizionamento del brand puntanto su un luogo ed un momento di consumo ben preciso.
Complimenti al marketing aziendale ed ai creativi di McCann Erickson per l'ottimo lavoro.
Michele





Rinnovare la propria identità, differenziarsi e affermarsi, sono gli obiettivi della campagna che McCann Erickson ha realizzato per Amaro Lucano con il nuovo slogan ‘Chi vuole un Lucano, alzi la mano’. La campagna, primo step di un progetto di comunicazione multi media che prevede anche il ridisegno del sito ad opera di MRM Worldwide Italia, sarà pianificata dal prossimo 6 novembre all’interno delle principali emittenti televisive nazionali, satellitari, radio e sul web.

Credit
Agenzia: McCann Erickson
Fotografia: Ray Coates
Scenografia: Antonio Piciulo
Creative director: Paolo Maccarini
Copywriter : Mario Esposito
Art director: Luca Colapietro
Tv producer: Paola Vittori

Casa di produzione: Filmmaster
Regia: Paolo Monico
Executive producer: Karim Bartoletti
Producer: Lilli Auteri
Editor: Angela Zanini
Post produzione: Band

Fonte: Youmark.it

lunedì 7 novembre 2011

SOCIAL MEDIA E CUSTOMER SERVICE

Sul gruppo di discussione linkedin "Social Media Marketing" ho trovato questo post interessante. Lo trovo interessante perchè sposta l'attenzione sugli aspetti realmente strategici della presenza di un brand all'interno dei social media. In Rete c'è in gioco la reputazione del brand e troppo spesso le aziende questo lo dimenticano o non lo vogliono accettare. Come facciamo a cambiare questo trend?
Michele 


Secondo una ricerca Booz & Company/Buddy Media, in USA e in Canada ben 75 leading companies su 100 utilizzano i social network come strumento diretto di Customer Service.
Secondo un sondaggio Bocconi, solo il 12% delle imprese italiane usa i social network per attività di Customer Service.
Il dato è sconcertante, se consideriamo che l’Italia ha più di 20 milioni di FB users (un italiano su 3) e 1,5 mln di TW users.
Tante, e notorie, sono le ragioni di questo divario: la differente cultura di impresa, la percezione del cliente come stakeholder o come utente, la visone a breve o a lungo termine del business.
Come risultato più evidente, la presenza delle imprese italiane sui social network è spesso limitata a fan page vetrina, sovraccariche di comunicazione istituzionale molto burocratica e assai poco social.
Bisognerebbe pensare che Il Customer Service è un’attività relazionale, può essere “one to one”, “one to many” o “many to many”, vive sui contatti e i bisogni degli users. Proprio come i social network.
Ecco tre consigli pratici per impostare una strategia di social customer service di successo:
- Open Your Mind: usa i Social Network come piattaforma aperta e visibile a tutti per reclami, suggerimenti, richieste di informazioni. L’accessibilità è infatti un requisito vincente nei rapporti con la clientela.
- Be Yourself: permetti ai tuoi operatori di rispondere con il proprio nome e cognome e non sotto la copertura del brand aziendale. Questo farà sentire il cliente considerato e, soprattutto, ascoltato da un suo pari.
- Be In Time: programma dei tempi di attesa e di risposta brevi, al massimo entro le 24 ore, coerenti con l’ambiente social in cui operi. Sarai più credibile e apprezzato.

venerdì 4 novembre 2011

giovedì 3 novembre 2011

YOUTUBE E TELEVISIONE SEMPRE PIU' VICINI

Se qualcuno avesse ancora dei dubbi sull'integrazione di contenuti offline ed online, ecco a voi la nuova idea strategica di Youtube. Forse dovranno cambiare lo storico claim "Broadcast Yourself" però sono convinto che alla fine avranno ragione loro. La TV non è morta, ha solo bisogno di essere più "social"...
Michele 
 
Contenuti gratuiti e soldi dalla pubblicità: dopo aver ospitato video altrui, YouTube prova ad offrire intrattenimento autoprodotto, con cento canali tematici – e non venti, come inizialmente ipotizzato da Wall Street Journal – che garantiranno 25 ore al giorno di contenuti, prodotti per il tubo (e quindi non pensati per altri e poi riversati sul portale) da Warner Music Group, Hearst Magazines, The Wall Street Journal, IGN Entertainment o Lionsgate.
Madonna con le lezioni di danza, Shaquille O’Neal che si dedica all’intrattenimento, show condotti da Ashton Kutcher ed Amy Poehler, Michael Ausiello che parla di serie tv, l’informazione fornita da Reuters e Wall Street Journal, la moda vista dagli occhi di giornalisti di Cosmopolitan e Marie Claire, film da alcune major di Hollywood, talk show, commedie, sport e tantissimo altro.
Se già internet ci permette di fruire dei programmi che vogliamo, quando vogliamo, YouTube si spinge ancora più avanti: forte di un investimento da 100 milioni di dollari, il sito passata da piattaforma di video sharing a vero e proprio broadcaster, che propone – o meglio proporrà, dai primi mesi del 2012 – cento canali (ma se il progetto avrà successo, verranno addirittura aumentati) con contenuti gratuiti in cui è possibile inserire della pubblicità, da cui arriveranno i ricavi da spartire con i fornitori di contenuti. (...)
Considerando che già oggi è possibile accedere a YouTube dalla tv di casa via dispositivi come Playstation 3 o Smart TV, questa mossa potrebbe davvero rivoluzionare il mondo della televisione e dell’intrattenimento casalingo, senza contare che se già i canali satellitari offrono serie tv con una messa in onda ravvicinata, iTunes Store in futuro potrebbe fornirci film e serie TV in primissima visione. E se qualcuno pronosticava che la tv non sarebbe arrivata al suo primo secolo di vita, forse è il caso che si ricreda: magari cambierà rispetto ad oggi, ma forse durerà anche più di quanto si pensa…

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mercoledì 2 novembre 2011

MAI DIRE NO AL PANDA

Nei giorni scorsi ho trovato in Rete questo vecchio spot del formaggio Panda. Lo trovo molto interessante perchè esce dal solito format comunicativo del settore lattiero-caseario e sicuramente il concept creativo alza di parecchi punti la soglia di ricordo del brand.
Michele