venerdì 30 aprile 2010

INIZIATIVA MOLTO INTERESSANTE PER LA FIAT 500

FONTE: MarketingJournal

Nuova iniziativa di Mar-Com per la popolare citycar della casa torinese che per festeggiare le 500.000 unità prodotte lancia la showcar “Fiat 500 Millesima” da realizzare online con le foto del pubblico.
500 che passione. Fedele allo slogan “un’auto creata per la gente, dalle idee della gente” gli strateghi del marketing del gruppo Fiat lanciano una nuova iniziativa dedicata alla citycar che tanto successo sta ottenendo (500.000 unità prodotte in 31 mesi dal lancio).
Così per festeggiare il raggiungimento de traguardo della 500 numero cinquecentomila il marchio torinese realizzerà una nuova showcar (dopo le concept car sono le più gettonate), dal nome evocativo “Fiat 500 Millesima”.
L’iniziativa prevede di ricoprire tutta la carrozzeria della vettura con 1.500 tessere raffiguranti i visi di proprietari, personaggi famosi o semplici fans che potranno partecipare all’”opera”, a partire dal prossimo 3 maggio, registrandosi sul sito web “fiat500.com”.
Il 70% dello spazio a disposizione sarà riservato ai proprietari della vettura mentre il resto della carrozzeria potrà essere riempito con le foto inserite attraverso l’applicazione disponibile online.
Sarà anche possibile allegare un breve testo alla foto che spieghi il legame con l’auto e il link a un proprio video su YouTube o alla pagina personale su Facebook.
Una volta conclusa la fase di “tappezzamento” la showcar sarà realizzata in tre settimane e inizierà così la sua avventura sul palcoscenico dei prossimi saloni internazionali dell’auto e ai vari eventi mondani.
Per la casa del Lingotto però, oltre alla realizzazione della showcar, questa iniziativa mira a rafforzare il legame con il proprio pubblico come già avviato nel 2006 attraverso “500 wants you”, la piattaforma internazionale di marketing che ha fatto tesoro dei desideri espressi sulla futura vettura trasformandoli spesso in realtà.
E la community della Fiat 500 è sempre più vasta e attiva e oggi conta 120.000 utenti di 206 Paesi diversi che partecipano alle oltre 30 attività online per un totale di quasi 240 milioni di pagine consultate. Un bel record non c’è che dire.
Tra le ultime novità disponibili per la community stanno avendo particolare successo “C Mystery”, il primo gioco narrativo multimediale a supporto del lancio di un’automobile, e “500 words”, un aggregatore di contenuti, video e immagini, oppure l’applicazione “My 500C” per configurare l’auto su Facebook, pubblicarla sul proprio profilo e condividerla.
Infine non mancano nemmeno le possibilità di divertirsi con la compatta di casa Fiat anche sugli smartphone grazie a “Be Open!”, l’applicazione per iPhone (anche per iPod touch), da scaricare gratuitamente su iTunes.
di MAURILIO RIGO su www.repubblica.it

giovedì 29 aprile 2010

IL FUTURO DEL MARKETING VISTO DAI NINJA

FONTE: puntoblog

E siamo arrivati ad associare una nuova parolina ad una delle parole cult del nuovo millennio: marketing. Negli ultimi tempi sempre più spesso si parla di web marketing, di buzz marketing, di viral marketing, di tribal marketing, di guerrilla marketing.
Lo scorso weekend la NinjaAcademy ha tenuto il primo training in: non-conventional & tribal marketing.
Gli amici di Ninja Marketing sarebbero già di per sé un esempio di non-conventional marketing, ma in che cosa consiste il training di NinjaAcademy.
Dal manifesto leggiamo che  Ninja Academy è la “Sacra Scuola del Marketing Non-Convenzionale” nata per formare i nuovi professionisti della comunicazione.
Ninja Academy propone corsi “full immersion” sulle teorie e tecniche più innovative del marketing utilizzando modalità formative altamente esperienziali.
Ninja Academy è una temporary school: appare e scompare in suggestive location in giro per l’Italia”

L’agenzia Ninja Marketing opera un monitoraggio costante delle attività di marketing non convenzionale svelando i segreti e la genesi delle idee che ne sono il fondamento ed il leit motiv. Il cinema di fine anni ’80 era pieno di film con protagonisti i ninja, i guerrieri dai poteri quasi paranormali dell’estremo oriente, versati nell’uso delle armi e nel combattimento a mani nude come nell’ipnotismo e nei poteri della mente. Questa la versione hot, chiamiamola così.

Una versione più reale li tratteggia come guerrieri abilissimi in quelle che noi chiameremmo azioni di commando.
Azioni dove la velocità, il tempismo, la capacità di mimetizzarsi ed ingannare il nemico fanno la differenza.

Se portiamo queste caratteriste nel mondo del marketing ecco che l’approccio al marketing dell’agenzia Ninja Marketing è basata su una profonda conoscenza del “territorio”, sullo studio “dal basso” della psicologia del target, senza trascurare lo spazio in cui si muove, dei codici che ne regolano il comportamento.
Niente di nuovo direte voi, non nel mondo “liquido” del Web 2.0 e del Web Marketing.

Vero, ma il loro monitoraggio del marketing non-convenzionale operato da Ninja Marketing è non solo utile, ma anche molto apprezzato, dal momento che hanno avuto, in qualità di clienti, nei loro corsi i responsabili marketing di realtà quali: Barilla, Telecom, Bocconi, Iulm, Richmond Italia, Marcus Evans solo per citare le realtà più conosciute.

Vediamo adesso insieme i 10 Principi fondamentali della “Sacra Scuola del marketing Non-Convenzionale”.

Dal Brand DNA al Viral DNA. Progetta la natura virale del tuo brand, prima di ogni cosa.
Dai Target alle Persone. Non ci sono target da colpire, ma persone con cui risuonare.
Dagli Stili di Vita ai Momenti di Vita. Scendi dal trono ed entra nelle tribù (tribal marketing) e nei loro momenti di vita.
Dalla Brand Awareness alla Brand Affinity. Non si può piacere a tutti. Scegli e alimenta le tue affinità.
 Dalla Brand Image alla Brand Reputation. Non sforzarti di costruirti un’immagine, conquistati una buona reputazione.
Dall’Advertising all’Advertainment. Non essere insistente nel tentativo di persuasione, ma diverti e stimola la conversazione
Dal Media Planning al Media Hunting. Sostituisci il tuo media planner con un “cool hunter” della comunicazione.
Dal Broadcasting al Narrowcasting. Non ci sono solo i mezzi di massa, pensa a quanto è lunga la coda.
Dal Market Position al Sense Providing. Non cercare un posizionamento sul mercato, ma il tuo senso nella società.
Dal Fare Comunicazione all’Essere la Comunicazione! Coerenza. Coerenza. Coerenza. Per chi voglia saperne di più sulle iniziative, sui suggerimenti e sui Case History studiati da Ninja Marketing consigliamo il loro sito Internet.

mercoledì 28 aprile 2010

MARKETING PER EVENTI: COME STIMOLARE IL CLIENTE


Per Te che organizzi Eventi esistono sempre Due Grandi Categorie di Clienti :
-    Coloro che parteciperanno all’Evento ( che quindi “consumano” la tua offerta )
-    Coloro coi quali dovrai concordare il tuo Progetto ( Cliente Azienda / Imprenditore Individuale ). Ne parlerò in altri articoli

Chi sono Coloro che partecipano all’Evento ?
Sono persone che hanno una molteplicità di interessi ( es. la famiglia, il lavoro, il sesso, le amicizie, la salute, il tempo libero… ) tra i quali la partecipazione ha un’importanza marginale e mutevole. Diversi sono i fattori che determinano la partecipazione a un Evento. Vediamo quali sono i principali :

-    Fattori Culturali e Sociali
-    Fattori Personali
-    Stimoli Esterni ( es. le tue politiche di marketing ) che si configurano come uno stimolo o una risposta ad un bisogno

Il tuo Marketing deve essere in grado di dare una forte importanza all’Evento che proponi in modo da superare il rilievo che assume la molteplicità di interessi caratterizzante la vita di ciascuno dei partecipanti

Vediamo di comprendere meglio I Fattori Personali :

La Percezione
In primo luogo ogni persona ha delle percezioni che costituiscono il processo attraverso il quale si selezionano, organizzano ed interpretano le informazioni ricevute. Ciò che và compreso è questo : quello che viene percepito conta più di quanto c’è oggettivamente. Questo vuol dire che sul comportamento di chi partecipa non conta tanto la realtà , quanto il significato che il tuo Evento crea nella sua mente
Ai fini dell’azione – cioè di partecipare al tuo Evento – la persona considererà solo una piccola parte della infinità di stimoli che la tua offerta sarà in grado di esporgli. In base agli stimoli che sarai in grado di inviare la tua percezione si attiverà in maniera diversa:
Mettiamo che tu stia organizzando un Evento per soli uomini. Come pensi di realizzare la locandina ?
Userai il rosso ( è un colore fortemente associato alla mascolinità ), metterai tutte le informazioni utili nella parte alta e sulla sinistra ( perché li si percepiranno di più ), creerai un forte contrasto di dimensioni e colori ( per mantener viva l’attenzione ), lascerai un contorno vistoso ( perché si percepisce di più ciò che è inserito su una grande superficie vuota, creerai n messaggio semplice ( cosicchè sia più facilmente ricordabile ).
Se il tuo Prodotto/Servizio, il tuo Brand, la tua Comunicazione, il Prezzo del Biglietto, Il comportamento del tuo Personale, la Location…, comunicano un’immagine complessiva dell’Evento proposto riuscirai a prediligere i processi di Comunicazione/Influenza attraverso l’Attività di Marketing.

La Motivazione
Ogni persona possiede anche delle Motivazioni ovvero delle forze che spingono a raggiungere un determinato scopo. In altre parole si è motivati perché immaginiamo la soddisfazione che potremmo ottenere se compissimo una certa azione.
Quando si partecipa ad un Evento potremmo dire – mutuando Freud – che esistono due tipologie di Motivazione :
-    Motivazioni Coscienti: “ Vado lì perché credo che riuscirò a cantare, divertirmi, acculturarmi …”
-    Motivazioni Incoscienti : “ Partecipo per consolidare il mio Status, perché voglio emulare alcuni comportamenti …”
Quando conduci la Ricerca di Mercato per sviluppare il tuo Evento tieni presente che difficilmente potrai capire  - facendo interviste dirette – le motivazioni incoscienti alla base di certi comportamenti. Tali motivazioni infatti sono per natura difficilmente individuabili dallo stesso soggetto e se anche lo fossero è improbabile che vengano riconosciute.
L’Aspetto forse più importante della Motivazione stà nel fatto che la persona è maggiormente attratta da qualcosa / qualcuno che esprime una immagine simile a quella che si ha di se stessi:
è questo il motivo – ad esempio – per cui non ti conviene realizzare un evento con musica anni ’60 e invitare tra gli altri ragazzi nati nel 1990.

Apprendimento
Perché una persona dovrebbe preferirti quasi a prescindere da qualsiasi attività tu faccia ?
Ciò dipende dall’Apprendimento. In particolare questa preferenza matura a seguito della esperienza positiva della partecipazione ad un tuo precedente Evento.
Per rendere più chiaro il processo segui questo semplice ragionamento : Tu Crei un Evento e grazie al Marketing crei uno Stimolo ----> Le Persone Partecipano. Fin qui tutto bene. Ma dove è che si sviluppa l’Apprendimento ? L’Apprendimento si sviluppa nella fase intermedia laddove la risposta alla tua offerta può essere o la Soddisfazione o la Insoddisfazione. Se la persona è Insoddisfatta non parteciperà al tuo prossimo Evento, se al contrario è Soddisfatta parteciperà volentieri e ti consiglierà diventando inconsapevolmente una delle tue più potenti armi di marketing
Le persone quindi matureranno un atteggiamento favorevole / sfavorevole verso la tua offerta. Ricorda sempre che un atteggiamento – una volta formatosi – è difficile da modificare e ci vorrà un grande e prolungato sforzo di marketing per sradicarlo.

Le Aspettative
Qualsiasi tipologia di cliente matura delle Aspettative. Una Aspettativa guida le scelte e si pone come base per la valutazione del livello di soddisfazione. Non compiere l’errore di sottovalutare le Aspettative !!! Se un imprenditore non finanzierà il tuo progetto è perché probabilmente si aspetta una futura situazione economica difficile. Gli stessi clienti avranno più facilità a partecipare al tuo Evento se avvertiranno un maggior clima di fiducia nell’andamento dei loro conti.
Come si formano le Aspettative ?
Esse si formano attraverso :
-    le esigenze
-    il passaparola
-    le proprie esperienze
-    il marketing

Si può recuperare il rapporto con un cliente qualora non si soddisfino le sue Aspettative ?
E’ possibile, ma ricorda che se il tuo Evento non soddisfa appieno le esigenze del Cliente  lo perderai per sempre.
Solo se conoscerai le aspettative del tuo cliente riuscirai a migliorare notevolmente la tua Offerta. Sarai ancor più vincente se con la tua Offerta riuscirai ad influenzare tali aspettative
La Differenza fra una Aspettativa e la Prestazione erogata crea o Soddisfazione o Insoddisfazione. La Soddisfazione è una sensazione di piacere che nasce dall’esperienza diretta con la tua offerta. La soddisfazione è tanto più alta quanto più la Prestazione erogata supera il livello di aspettative. Il tuo marketing deve puntare necessariamente a questo scopo se vuoi un cliente soddisfatto e tutti i benefici che la soddisfazione può comportare.

lunedì 26 aprile 2010

LE VIE DEL MARKETING SONO INFINITE


 Il suo nome è Billy Gunnz ed ha un chioso ci gelati nel quartiere di Manhattan a New York City. Ora il suo nome sta facendo il giro del mondo grazie ad una sua curiosa idea per aumentare il numero di vendite.
Se state pensando che abbia creato un qualche nuovo gusto o che comunque abbia apportato qualche miglioria al prodotto siete fuori strada: molto più semplicemente ha pensato bene di spogliarsi e di vendere gelati stando rigorosamente a torso nudo. Tanto gli è bastato (insieme ad una una pagina pubblicata sul sito internet "Twitter" nel quale pubblicizzava la sua idea) per incrementare gli affari e far girare il suo nome in giro per il mondo.

Fonte: Gayburg.blogspot.com

giovedì 22 aprile 2010

mercoledì 21 aprile 2010

SPOT "INCREDIBLE INDIA" ... BELLISSIMO!

Ho visto sulla BBC questo spot dell' ente turismo indiano. Beh devo dire che è un commercial estremamente efficace!

martedì 20 aprile 2010

COME CAMBIA IL RAPPORTO GIORNALISTI - RELATORI PUBBLICI


Il web 2.0 ha radicalmente cambiato i rapporti tra giornalisti e relatori pubblici. E’ quanto emerge dalla Media Survey 2010 di PR Week che per la prima volta ha coinvolto anche 1385 uomini della comunicazione.
 
Lo studio, che ha coinvolto 1300 giornalisti americani di quotidiani (34%) riviste (32%), giornali online ( 13%) televisione (5%), radio (8%) e blog (6%) e per la prima volta anche 1385 professionisti delle relazioni pubbliche, è volto a comprendere come sono cambiate le relazioni fra giornalismo e RP in uno scenario in cui i social media hanno radicalmente rivoluzionato la comunicazione.

I social media e il rapporto giornalismo/Rp
Il 39% dei giornalisti ‘tradizionali’ ha fra i propri compiti professionali quello di scrivere su un blog; al 37% è stato chiesto di divulgare i propri contributi via Twitter.
 

Il 46% dei giornalisti ammette inoltre di utilizzare talvolta i blog per motivi di ricerca; il 33% utilizza i social network, con una crescita del 9% rispetto allo scorso anno. 

“Nell’era digitale siamo alla ricerca del modo più veloce ed efficiente di entrare in connessione con altre persone del settore”, dice Eric Berger, blogger di Houston Chronicle. “La copertura mediatica spesso deriva dalla costruzione di un rapporto col giornalista e sta diventando sempre più frequente nel nostro settore costruire relazioni attraverso i social media, dice Amy Prenner, fondatrice del Prenner Group di Los Angeles. Secondo la survey, il 62% dei PR professionisti segue a sua volta singoli giornalisti e media sui social network.

La prevalenza dei blog
Complessivamente, al 59% i giornalisti sono anche autori di blog, sia a livello professionale che personale, e il 31% è autore di blog per la propria testata d’appartenenza, con una lieve crescita rispetto al 28% del 2009.
  “Vediamo i giornalisti della stampa entrare nel mondo dei blog per la richiesta da parte del pubblico” dice Berger. “I lettori vogliono poter accedere ai contenuti in diversi modi e i blog forniscono la possibilità di dare un’impronta personale a un determinato articolo. E più informale. Ma i lettori vogliono leggere ancora anche news tradizionali, quindi vedremo molti reporter scrivere su entrambi”.

FONTE: www.ferpi.it -  LEGGI TUTTO QUI

lunedì 19 aprile 2010

GUNPANIA ATTO SECONDO

RICEVO DAI RAGAZZI DI "GUNPANIA" E PUBBLICO MOLTO VOLENTIERI QUESTA NUOVA BELLISSIMA PERFORMANCE.

Gunpania atto secondo.
Il Palcoscenico anche questa volta era en plein air, nella migliore tradizione delle culture urbane.
Gli spettatori e le comparse erano parte integrante del popolo, in un melting pot culturale costituito da teatro, arte e denuncia sociale. 

Il messaggio che GUNPANIA ha voluto lanciare questa volta era marcatamente poco velato;
sulla scena del crimine infatti Ë stato ritrovato un cadavere tagliato a pezzi, e grazie al talento creativo
degli artisti coinvolti tra i cui ricordiamo HELIOS & TRAPANIG, sotto la sapiente direzione artistica del responsabile della comunicazione Vincenzo Luca Forte, che tra le altre cose Ë stato attenzionato alle Forze dell'ordine come il responsabile dell'occupazione del suolo pubblico. Sembrava davvero di essere sulla scena di un crimine.
I messaggi che questa volta il collettivo GUNPANIA vuole lanciare riguardano le collusioni tra il mondo del lavoro e
quello della malavita.
Al protagonista infatti viene portato un sigaro da un onesto lavoratore in divisa.
A livello iconico quest'immagine rappresenta appunto il momento preciso in cui avviene la collusione; anche il comportamento dei RIS questa volta Ë inusuale: nascondono le prove, manomettono la scena del crimine insomma tutto ciò che non andrebbe fatto  assolutamente sulla scena di un delitto.
E LA PROSSIMA? COSA ACCADRA? QUALI SARANNO LE MODALITA DEL RITROVAMENTO? E LA LOCATION?
IL TEAM GUNPANIA E' GIA AL LAVORO, MA NOI OVVIAMENTE NON POSSIAMO ANTICIPARVI NULLA.





 

giovedì 15 aprile 2010

"GUNPANIA": ECCEZIONALE STREET MKTG IN CAMPANIA

La cittadinanza si attiva, si organizza, porta i propri messaggi in strada e cerca di arrivare laddove le istituzioni latitano, lo fa con linguaggi che a volte scioccano, ma che sono gli unici che riescono a sensibilizzare la popolazione.
Il movimento Gunpania nasce a Mercatello, in Campania, è una forma di teatro di strada “l’obiettivo è quello di sensibilizzare le persone sul concetto di Gunpania cioè di una terra che suo malgrado ha la forma di una pistola e questo la dice lunga sul Dna di questa regione. Il messaggio che vogliamo dare è quello che anche se viviamo in Gunpania non siamo Gunpani ma Campani“.
Nella giornata di venerdì alcuni appartenenti al gruppo hanno simulato la classica scena del crimine, un corpo che fuoriesce da un cespuglio, un fotografo, la scientifica e il classico capannello di persone, ma stavolta è tutto finto, stavolta.

Fonte: http://www.bloguerrilla.it/



martedì 13 aprile 2010

LA FUGA DEI TALENTI

VI SEGNALO QUESTO BLOG MOLTO INTERESSANTE  http://fugadeitalenti.wordpress.com  GESTITO DA SERGIO NAVA GIORNALISTA DI RADIO 24. DI SEGUITO L'ULTIMO POST PUBBLICATO.

Nella dodicesima puntata di “Giovani Talenti” raccontiamo la storia di Elena Ianni, 31enne  Marketing Manager per la Royal Bank of Scotland, uno dei maggiori istituti di credito britannici. Elena, due lauree all’attivo in Italia e una brillante carriera Oltremanica, che l’ha portata -attraverso una rapida progressione di incarichi- ad occupare una posizione di grande responsabilità, ha un problema: non riesce a fare ritorno nel proprio Paese. Troppo giovane, e per di più donna, per occupare una posizione equivalente nello Stivale. Eppure a Londra hanno creduto e scommesso su di lei. Perché in Italia questo non avviene?
Con lei, ospite il professor Franco Giacomazzi, presidente dell’Associazione Italiana Marketing, con il quale cerchiamo di capire quali opportunità questo settore offra -nel nostro Paese- a giovani brillanti, preparati, e dal forte background internazionale.
Nella rubrica “Spazio Emigranti” ospitiamo Elena Fenili, vicepresidente di Rena, Rete per l’Eccellenza Nazionale.

La nuova discussione lanciata in trasmissione: “Ritenete che il sistema-Italia abbandoni i suoi migliori giovani professionisti all’estero? E tenda ad alzare barriere verso il loro rientro, quasi ostacolandolo, anziché allungare ponti d’oro per offrire loro posizioni competitive, che consentano a questa élite generazionale di fare rientro, per contribuire allo sviluppo del Paese? E se così fosse, è corretto parlare di un vero e proprio atteggiamento “suicida” da parte del nostro Paese?”

Scrivi la tua a: giovanitalenti@radio24.it

SEI UN GIOVANE “UNDER 40″ ESPATRIATO ALL’ESTERO? VUOI RACCONTARCI LA TUA STORIA? Per contattare la trasmissione: giovanitalenti@radio24.it

Alla prossima puntata: sabato 17 aprile, dalle 15 alle 15.30 (CET), su Radio 24. Vi aspetto!

lunedì 12 aprile 2010

COME SI STA EVOLVENDO IL MARKETING

FONTE: Puntoblog

Diamo una risposta alla domanda che si pongono periodicamente tutti gli esperti di marketing e chi si occupa del lancio e della commercializzazione dei prodotti in Italia. Ovviamente, non sarò esaustivo sull’argomento che merita più che un post un intero ebook, ma sarò particolarmente preciso e soprattutto l’obiettivo sarà quello di capire come sfruttare i cambiamenti in atto nel mondo dei mercati e conseguentemente nel mondo del marketing.

Per rispondere correttamente a questa domanda vediamo come si stanno evolvendo i mercati e come stanno cambiando le dinamiche della competizione tra le aziende:

1) Aumento consistente dei prodotti confezionati nella grande distribuzione. Fino a 20/30 anni fa la distribuzione sia alimentare che di altri prodotti era frammentata tra tantissimi negozi che erano specializzati nella vendita di una tipologia ben precisa di prodotti. Oggi, da orma più di una ventina di anni in Italia la maggioranza della vendita di prodotti di consumo è concentrata nella grande distribuzione. Nascono come funghi, enormi del resto, i centri commerciali, i quali risquotono anche grande interesse da parte del consumatore. Per i prodotti alimentari, poi, c’è da fare un discorso riguardante i cibi preconfezionati. Prima i cibi venivano vendutio soprattutto freschi e sfusi dai dettaglianti, oggi anche i prodotti freschi e freschissimi sono vendutio dalla grande distribuzione.

2)Diminuiscono i concorrenti ma aumentano le marhe. Per il fattore analizzato prima, sta diminuendo il numero dei concorrenti che diventano più grandi e potenti, e stanno anche aumentando il numero delle marche. Questo ha l’effetto di renbdere ancora più complicate le strategie di brand per far conoscere il proprio marchio.

3)Il cilco di vita dei prodotti si è drasticamente ridotto. Le ragioni che rendono il cilco di vita utile per un prodotto più breve sono molteplici, analizziamo le maggiori: a) Aumentando vertiginosamente il numero delle marche e il numero dei prodotti simili le persona hanno molta più scelta e con molta più facilità cambiano gusti e facilemnte decidono di acquistare un prodotto diverso o nuovo. b) Stanno cambiando le abitudini di scelta dei consumatori, prima era consueto affezionarsi ad una marca e acquistare sempre gli stessi prodotti, oggi invece c’è molto di più la voglia di cambiare e si è più attenti a trovare il prodotto che per rapporto qualità/prezzo si avvicina maggiormente alle esigenze del singolo consumatore. c) I profili dei consumatori sono diventati molto più variegati, prima le società di marketing conoscevano i gusti della maggioranza della popolazione e quiandi riuscivano a calibrare la comunicazione in maniera produttiva, oggi nascono sempre nuovi target di consumatori che cercano in un prodotto delle caratteristiche specifiche. Un esempio su tutti è il nuovo mercato dei BIO consumatori o dei consumatori Verdi.

4)Aumenta vertiginosamente anche la varieta di un singolo prodotto. Basta entrare in un centro commerciale e accorgersi che per la carta igienica sono presenti decine e decine di marche e confezioni diverse. Inoltre, molti prodotti che erano standardizzati, come il sale da cucina (fino o doppio), ad esempi0, oggi hanno molteplici varietà che si distinguono per prezzo, per lavorazione, per origine, iodato o non, grezzo o raffinato, ecc…

5) Mercati super frammentati, e il potere delle nicchie. Oggi nel marketing esiste il mito della nicchia di mercato. Infatti per cercare sempre di più di personalizzare la comunicazione di un prodotto si analizzano sempre con maggiore precisione i gusti e le variabili di scelta dei consumatori. Questo ha portato ad una suddivisione del modno dei consumatori in numerosissime nicchie di mercato, meno redditizie e più complesse da aggredire per le grandi marche.

6)Saturazione pubblicitarie e frammentazione dei mezzi di comunicazione. Un altro fattore, molto complesso da analizzare, è costituito dai mezzi di comunicazione e dalle possibili pubblicità. Su alcuni canali pubblicitari esiste una certa saturazione, nella stessa trasmissione televisiva sono presenti tra tutti gli stacchi pubblicitari oltre 15 marche, e questo rende sempre più complesso il lavoro degli esperti di marketing per cercare di fissare nella mente delle persone un determinato prodotto di una determinata marca. Inoltre non vanno sottovalutati i cambiamenti tecnologici su televisioni, internet, carta stampata, ecc… e la loro frammentazione. Per costruire una buona pubblicità bisogna essere esperti in molteplici campi e bisogna sfruttare, con la velocità che i tempi moderni impongono, i cambiamenti sociali cercando di scovare opportunità.

7) Sempre più difficile conquistare uno spazio nella mente dei consumatori. Ovviamente, e questo è una conseguenza dei fattori precedenti, è sempre più complicato far ricordare un prodotto o un marchio ai consumatori. Sono necessari sforzi maggiori, non sempre, premiati dai ricavi.

CONCLUSIONI E SOLUZIONE:

La conclusione di questa analisi è che i mercati sono sempre più competitivi ed è sempre più complicato avere successo con un prodotto. L’innovazione è il fondamento su cui si basano oggi le strategie competitive. Le percentuali di lanci di nuovi prodotti è elevata, ma altrettanto elevato è il tasso di insuccesso. Assolutamente indispensabil è comprendere come funziona il processo di innovazione. Le strategie calssiche del marketing potrebbero essere non più così performanti come prima e vanno cercate soluzioni innovative per poter creare business e/o rafforzare il proprio.

La soluzione, invece, non molto semplice è quella di creare campagne marketing non più verticali su un prodotto, nè orizzontali su un marchio, ma bensì sfruttare le leggi del marketing laterale e creativo. A differenza del marketing verticale, che procede con una segmentazione sempre più profonda suddividendo il mercato in nicchie poco redditizie, il marketing laterale sviluppa nuovi prodotti o innova i vecchi prodotti, riorganizzando la comunicazione e le strategie di marketing con un approccio molto più esplorativo e creativo, aggredendo fette di mercato molto più ampio, e spesso creando nuove tipologie di consumatori.

venerdì 9 aprile 2010

LA SETTIMANA DEL MARKETING TRIBALE

RICEVO DA ANTONIO DI  NINJAMARKETING E VI SEGNALO QUESTA INIZIATIVA MOLTO INTERESSANTE.

Come vi avevamo annunciato parte oggi la Settimana del Tribal Marketing, una serie di post tematici che introducono il marketing tribale in vista del primo corso in “Non-Conventional & Tribal Marketing” di Ninja Academy che si terrà a Milano il 23 e 24 aprile. Come promesso, partiamo dal principio: cos’è il marketing tribale?
Per spiegare il Tribal Marketing bisogna partire dal concetto di Tribalismo. Come afferma Bernard Cova oggi viviamo in una situazione unica, siamo per la prima volta davvero liberi. La postmodernità sarebbe infatti caratterizzata da un estremo individualismo, “logico punto di arrivo della modernità, durante la quale si è perseguito in ogni modo l’affrancamento da tutti i legami sociali”, per questo motivo molti hanno definito l’epoca attuale anche come l’era dell’individualismo.
Al tempo stesso appaiono chiari i tentativi dell’individuo post moderno, sempre più isolato e incerto, di riaggregazione sociale e di ristabilimento di legami sociali arcaici e comunitari, sulla base di libere scelte emotive e passionali, più che razionali.
Ecco che quindi entrano in gioco quelle che Cova chiama neotribù o tribù postmoderne, ovvero gruppi che presentano una doppia identità, insieme primaria e secondaria, che rende possibile agli individui mantenere alto il livello di autonomia pur facendone parte (...)
Le tribù postmoderne possono avere diversa natura, legata alla diversa passione che accomuna i vari membri. Esistono comunità formatesi intorno ad uno sport estremo o ad una fede calcistica, intorno ad un hobby come il giardinaggio o l’astrologia, le associazioni ambientaliste o in difesa dei diritti umani, così come possono esistere tribù formatesi intorno ad un marchio o un prodotto. (...)
l consumatore postmoderno si muove in maniera dinamica, ha diverse attitudini e desideri in relazione al momento che sta vivendo e al ruolo che sta ricoprendo in quel momento. Ognuno di noi in ogni momento della nostra giornata condivide qualcosa con gli altri, il che ci rende simili fra noi e quindi raggruppabili in un insieme. Possiamo quindi affermare che siamo passati dagli stili di vita ai momenti di vita .Tra le cose che gli individui possono condividere c’è lo spazio sociale, che può essere fisico o virtuale, e ogni spazio sociale ha insito propri codici simbolici, regole e particolari attitudini al consumo.
Compito dell’azienda diventa quindi cercare di raggiungere i propri target proprio attraverso questi luoghi e individuare le modalità più adatte per comunicare con le persone. Individuare le migliori modalità di interazione e  di offrire esperienze ed emozioni al consumatore postmoderno è ciò che muove le azioni del marketing tribale ed esperienziale.
Alla base del marketing tribale c’è la visione e il desiderio comunitario tipico della società postmoderna, in cui il prodotto si inserisce in quanto totem intorno al quale una tribù si costituisce o in quanto supporto dei propri riti. Il marketing tribale considera quindi le tribù sottoinsiemi di consumatori poco definiti, e l’obiettivo è quello di creare tribù intorno a nuovi prodotti, intesi come vettori di comunicazione e collante sociale, o di supportare tribù già esistenti, sostenendo il legame sociale fra soggetti uniti da una passione comune.
Il marketing tribale gioca su entrambi i piani del tribalismo:
- Il legame effettivo tra due o più individui, uniti dall’affinità;
- Il legame immaginario che permette ad ognuno di sentirsi parte di un tutto comunitario legato ad un oggetto o un luogo, in modo da accedere a un immaginario globale della comunità.
Per attuare efficaci strategie di marketing tribale è necessario che l’impresa individui i raggruppamenti tribali, offra legami e non semplicemente merci e infine metta in comune le competenze delle tribù.(...)

Per ogni ulteriore informazione vi rimandiamo al nostro post sul corso, oppure potete contattare Flavio Glielmi a flavio[@]ninjamarketing.it

giovedì 8 aprile 2010

INTERVISTA A GIANLUCA DIEGOLI [mini]marketing

Riporto un'estratto dell'intervista pubblicata sul Tagliablog

Di Gianluca Diegoli non posso che consigliare la lettura (quotidiana) del suo [mini]marketing, e delle sue “91 discutibili tesi per un marketing diverso” (ebook che dovrebbe stare nel reader di ogni buon (web) marketer che si rispetti).
A Gianluca ho proposto le stesse identiche domande fatte alcuni giorni fa ad Andrea Febbraio e a Vincenzo Cosenza, ottenendo delle risposte davvero interessanti (e spesso sintonizzate col mio modo di vedere e intendere questo mondo). Eccole qui:

Il banner è stata la prima forma di pubblicità online. Ora è morto? o morirà ucciso da altre forme di advertising? 
Il banner non muore semplicemente perché ci sono persone (che incidentalmente controllano i budget di marketing) che credono in lui oltre ogni dimostrazione empirica e oltre ogni calcolo del ritorno effettivo, che “vogliono crederci”, per “ritrovare” sui mezzi digitali quella “semplicità” che caratterizzava i mezzi analogico (...) 

Facebook, per alcune agenzie, sta diventando una grossa opportunità, una terra di conquista dove si crea un certo tipo di comunicazione pubblicitaria. Ma lo spostarsi degli investimenti adv nei social, non rischia di “togliere aria” agli editori? 
Dovremmo preoccuparcene?  Le news stanno diventando un mercato perfetto, sempre più concorrenziale. I giornali hanno un grande problema, la loro struttura “produttiva” pesante, ereditata da altri tempi, e la pubblicità online non li salverebbe comunque, Facebook o no. 

Definisci il Buzz. E soprattutto il suo rapporto con l’etica. 
Il buzz è qualcosa che chi non riesce a far parlare di sé spontaneamente, usa come palliativo, di solito con scarsi risultati.
Il suo rapporto con l’etica: non sono preoccupato dell’irruzione del Buzz in rete, anzi, sono più che tranquillo, il mercato della trasparenza, della reputazione, della fiducia automaticamente ricrea l’equilibrio “infranto” o sbilanciato dal buzz artificiale.


A proposito di etica: come giudichi certe operazioni di infiltration nei blog/forum? esiste un modo “corretto” di fare infiltration? 
Esiste il modo corretto, è quello che non si chiama infiltration. Si chiama partecipazione, aiuto, collaborazione con gli altri utenti del forum, anche con account aziendali.
I finti utenti che “casualmente” sponsorizzano qualche campagna hanno una reputazione bassa, che in realtà non sposta nulla


Parliamo di metriche: come è possibile misurare i risultati di una campagna sui social media? che tipo di report mostrate ai clienti? 
Contesto il concetto di campagna (era anche nelle 91 tesi: il concetto di campagna va preso nel senso del contadino, non in quello militare). Monitoriamo, partecipiamo, nutriamo, coccoliamo in modo continuativo, senza grandi budget, cercando di mostrare attenzione e facendo filtrare la voce della community all’interno dell’azienda.


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martedì 6 aprile 2010

LE AZIENDE E IL WEB 2.0: IL MODELLO A.S.P.

Sono diversi mesi che leggo, mi informo, discuto, studio l’argomento, e finalmente credo di essere riuscito a  formarmi un’opinione concreta e dettagliata sulla gestione e lo sviluppo di attività di Digital PR e Social Media Marketing. 

In realtà sono andato oltre la semplice opinione e mi sono costruito il “Modello A.S.P.” ovvero uno schema mentale che le aziende dovrebbero adottare quando si chiedono: cosa possiamo fare in Rete?

Proverò a riassumerne i punti salienti,  rimandandovi al sito web www.digitalpr.mobi  e/o a future occasioni per  ulteriori approfondimenti.
Partiamo dalla cosa più importante: i clienti. Il motivo principale che mi ha spinto a creare il “Modello A.S.P.” è questo: " Consentire alle aziende di adattare le potenzialità offerte dalla Rete al proprio modello di business”. Come? Mettendole di fronte ad una scelta.
Prima di avventurarsi in mare aperto e affondare alla prima burrasca, le aziende devono scegliere l’imbarcazione più adatta alla loro merce. Per prendere la decisione giusta devono confrontare i propri obiettivi ed i valori legati al brand con tre tipologie di atteggiamento che si possono adottare in Rete.

ASCOLTARE. Dietro a questa parola si nasconde buona parte del successo di numerose iniziative online. Ascoltare la Rete, significa conoscere ed analizzare dove si parla di me, come e in quali termini.

STIMOLARE. Dentro questo atteggiamento rientrano quelle attività tipiche del Social Media Marketing (Viral, Buzz ecc..) che hanno come finalità principale lo "stimolare passaparola online" attorno ad un prodotto, un evento, un blog.

PRESIDIARE. Significa andare oltre all´immediatezza del passaparola, all’obiettivo da raggiungere nel breve periodo e puntare alla costruzione di una relazione costante e continuativa con il target. “Presidiare" la Rete significa creare tra gli utenti che la frequentano e l´azienda un canale di informazione privilegiato.

Come avrete capito la denominazione “A.S.P.”  nasce proprio dalle iniziali di queste tre paroline (che fantasia, vero?).
Ciò che propongo dunque è  un “modello/schema” che non prevede necessariamente un utilizzo congiunto dei tre diversi approcci alla Rete ma che allo stesso tempo può essere adottato in sequenza per consentire alle aziende di “presidiare” la propria brand reputation online partendo dalle fondamenta e sfruttando a proprio favore tutte le potenzialità offerte dalla Rete.

Cosa ne pensate?

Michele 

sabato 3 aprile 2010

QUALCUNO FERMI KLAUS DAVI...

Di seguito riporto l'estratto di un articolo pubblicato su Italia Oggi e ripreso dalla FERPI in merito ad alcune tecniche non propriamente professionali per far parlare dei propri clienti. Buona Lettura!

Qualcuno fermi Klaus Davi. L’agenzia di comunicazione fondata e presieduta dal massmediologo, infatti, sta bombardando le redazioni di informazioni dall’attendibilità incerta, con uno stratagemma a dir poco stupefacente. E il bello è che giornali e tg abboccano, eccome se abboccano.
Ultima news della serie, quella secondo cui George Clooney, stanco di Elisabetta Canalis, non farebbe altro che giocare al poker on-line. La notizia è stata ripresa dalle agenzie stampa del 28 marzo (per esempio, Adnkronos delle ore 17,52), poi con ampio risalto dal web (dai portali Libero e Kataweb ai siti, tra gli altri, di Repubblica.it, Corriere.it, Il Messaggero.it, Il Mattino. it), fino alle versioni cartacee dei quotidiani del 29 marzo: Corriere della Sera, addirittura apertura di pagina 39 e pezzo su sei colonne, e poi, tanto per citarne alcuni, Messaggero, pag. 15, La Stampa, pag. 42.
La tecnica di comunicazione adottata da Klaus Davi è la seguente: nel comunicato diffuso e inviato alle redazioni si attribuisce la notizia a un media estero (tanto chi si prende la briga di verificare), e poi si parla sempre di «voci dei bene informati», «amici che avrebbero confidato», tutte indiscrezioni che vengono riprese «secondo quanto pubblicato dal Metropolitan Post». Un bel nome, che suona internazionale e dà autorevolezza al tutto. MetropolitanPost.com, tuttavia, altro non è che un giornale on-line italiano, dove sono pubblicate solo notizie riferibili alla Klaus Davi. Tanto che il dominio di quel sito (www.metropolitanpost.com) è stato registrato da Comunicazione Democratica, un’organizzazione il cui admin è Sergio Klaus Mariotti, cioè il vero nome di Klaus Davi.
Davi, quindi, utilizza la notorietà dì grandi personaggi, che difficilmente si abbasseranno a smentire le notizie, e affianca la loro celebrità a brand di cui lui segue, o vorrebbe seguire, la comunicazione. Questa è una sua vecchia tecnica, che ogni tanto usa ancora, e che i giornalisti, ormai, conoscono...

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giovedì 1 aprile 2010

PUBBLICITA' CHE NOIA...

RIPORTO UN VECCHIO POST PUBBLICATO SU VEROX BRAIN BLOG  IN QUANTO MI SEMBRA ANCORA ESTREMAMENTE ATTUALE.

In questi giorni Edmondo Berselli su l’Espresso si esprime con toni definitivi sulle pubblicità che passano in tv: “Quegli spot vendono noia”. In effetti è difficile dargli torto. Negli ultimi anni stiamo assistendo ad un abbassamento della creatività pubblicitaria italiana, gli schemi comunicativi sono sempre gli stessi e le gag da 30 secondi non divertono più il pubblico. Al contrario, in Europa ed oltre oceano le agenzie pubblicitarie si stanno facendo sempre più agguerrite, alla continua ricerca di idee rivoluzionarie ed intrattenimento che tengono il target attaccato al teleschermo.
Ecco che cosa ne pensa Berselli:
“La pubblicità in tv è una delle cose più semplici del mondo, con tipologie fisse. Che si tratti di detersivi o degli spot dei nuovi media
La pubblicità in tv è una delle cose più semplici del mondo. Rispetta alcune tipologie semifisse. Alla fine è riconducibile a pochi modelli. Eccone alcuni. Pubblicità dei detersivi. Naturalmente i pubblicitari sanno benissimo che tutti i detersivi sono uguali, e quindi per convincere le casalinghe bisogna andare sul sicuro. Ci vuole sempre il tipo, adesso Fabio De Luigi, che si presenta e offre due fustini in cambio di uno. La novela va avanti da decenni, e le casalinghe della pubblicità ci cascano sempre. Anziché dire: ma certo, idiota, mi dia i due fustini, si aggrappano al feticcio del fosforo che lava più bianco del bianco. La pubblicità dei detersivi è orrenda, ma probabilmente i pubblicitari pensano che le casalinghe non meritano molto di più, e continuano con la bufala dei due fustini. Pubblicità delle auto. Regola principale di questo genere è che le automobili non si devono vedere mai. In compenso negli spot le macchine fanno cose impensabili e impossibili: scalano pareti di sesto grado superiore, spianano le dune, si trasformano in automi spaventosi. Il messaggio subliminale è il seguente: le auto fanno schifo, e quindi noi pubblicitari siamo costretti a raccontare balle. Pubblicità dei nuovi media, adsl, telefonini eccetera. L’importante di questi spot è che non si capisca niente. I protagonisti devono parlare in modo incomprensibile, riferirsi a fenomeni misteriosi, promettere tariffe miracolose. Anche la pronuncia delle parole deve essere biascicata, veloce, allusiva - vedi Fiorello. Converrebbe rivolgersi subito all’autorità antitrust per denunciare qualcosa, ma forse non ci capiscono niente nemmeno loro. La Luna consiglia: non appena arriva la pubblicità, fare un pisolo”.