mercoledì 7 luglio 2010

TIENE IL MERCATO DELLA TV

Nonostante la crisi economica il mercato italiano della tv tiene in termini di ricavi con una crescita dell’1,7%. E’ il dato fornito dal presidente dell’autorità per le comunicazioni, Corrado Calabrò, nella relazione annuale, sottolineando che “i ricavi complessivi da pay-tv (+7,4% a 2,85 miliardi) e da pubblicità (-9,3% a 3,54 miliardi) si sono ulteriormente avvicinati“, mentre lo spostamento delle risorse pubblicitarie dalla tv tradizionale a internet non è stato della stessa portata che in altri paesi.
Nella relazione, Calabrò propone di prevedere che nella prossima finanziaria gli studenti possano fruire di un bonus governativo per l’abbonamento gratuito a un quotidiano on line. Così, spiega, si potrebbero centrare due obiettivi: diffusione della larga banda e diffusione dei giornali. Infatti Calabrò ricorda come “la lettura dei quotidiani è in strutturale diminuzione e nulla è avvenuto in questo anno per incentivarla”. Tuttavoa le nuove applicazioni tecnologiche (e-reader o tablet pc, come l’iPad) sono “un’occasione per riavvicinare i giovani alla lettura dei giornali e dei libri; può esserci una nuova stagione per la lettura, in un nuovo formato“. Intanto nell’editoria, i ricavi derivanti dalla pubblicità scendono da 2,4 a 1,9 miliardi (-21,5%), nonostante continuino a rappresentare la maggiore fonte di entrate (48,8%). Ma internet non ha assorbito gli investimenti: la raccolta pubblicitaria sul web ha registrato un aumento dell’8%.
Tv digitale: non c’è spazio per Mentana e La7…
Il settore televisivo italiano è essenzialmente tripartito: Rai-Mediaset-Sky
, con gli altri operatori minori e le tv locali che faticano a trovare spazi concorrenziali. Per i tre big della tv nel 2009 i ricavi mostrano lievi scostamenti: per la Rai 2,728 miliardi di euro, Sky a 2,711 miliardi e Mediaset 2,531 miliardi (al netto di una quota Publitalia).
Calabrò indica inoltre che “la tv digitale multicanale frammenta l’audience anche dei canali generalisti tradizionali; nondimeno Rai e Mediaset conservano quote di ascolti ancora assai rilevanti sulle quali l’avvento della pay tv sta incidendo lentamente. Ci siamo battuti affinché la produzione indipendente di contenuti audiovisivi venga tutelata”.
Dal presidente dell’autorità arriva anche una strigliata alle tv locali
: “La tv locale - che gioca un ruolo importante ai fini del pluralismo dell’informazione - con il digitale può concentrarsi sulla qualità e sull’informazione locale. Riempire l’etere di monoscopi o programmi ripetuti è un’occupazione dello spettro che non serve a nessuno e danneggia l’insieme”.
Il numero uno dell’authority sottolinea poi il piano delle frequenze che “abbiamo approvato il mese scorso. Non ci credeva nessuno. E’ la prima volta che un piano delle frequenze che abbia un’effettiva probabilità di attuazione viene adottato in Italia: permette risorse per le tv nazionali (con 5 nuovi multiplex a gara 12), per l’alta definizione, per le tv locali (con almeno 13 mux, che corrispondono a 65 programmi locali per ogni regione), per la radio, e consente di liberare 9 canali tv da destinare alla larga banda wireless, come chiede la Commissione europea”.
Per Calabrò, comunque, il completamento del passaggio alla tv digitale può essere completato entro il 2011, dopo un 2010 che “rappresenta un anno di svolta per il sistema televisivo italiano.

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