venerdì 23 luglio 2010

AUMENTARE L'EFFICACIA DELL'EMAIL MARKETING

Analizzare i risultati di una campagna di mail marketing è complicato perché ci sono variabili diverse in costante aumento e cambiano ad ogni invio di email.
Ottimizzare i contenuti è sempre più impegnativo, con i diversi argomenti della mail che raccolgono vari livelli di interesse da parte di segmenti, a loro volta diversi,  di clienti presenti nella lista. I risultati possono quindi cambiare di mese in mese solo sulla base del contenuto.
Le email sono quindi una sfida. Quello che funziona per una lista può non funzionare per un altro elenco. Se poi è presente un lungo elenco con liste aggregate, si possono vedere risultati che variano sulla base della proposta di valore, del contenuto, del layout, della chiamata all’azione (Call To Action) utilizzata nella tua email.
E a complicare ulteriormente le cose,  la tua e-mail deve:
  • raggiungere un utente (evitare i filtri antispam, filtri personali, ecc);
  • l’oggetto deve interessarlo abbastanza da aprire l’email:
  • chi legge deve visualizzare correttamente le immagini online ed offline;
  • l’email deve essere abbastanza convincente per ottenere un click-through alla pagina di destinazione;
  • infine deve combattere  per una conversione.
Lo scenario è poi fatto da caselle email intasate, persone che non aprono più le email: una situazione obiettivamente molto difficile.

1 – email solo testo 
In una ideale proposta di soluzioni possibili, questa può essere la prima da prendere in considerazione. E’ facile dimenticare che l’email è uno strumento di testo. Di tutte l’email che ricevi ogni giorno, quante sono solo testo e quante sono in html ? Riflettendoci potresti vedere che le email importanti, quelle che apri e leggi sono solo testo. Certo, arrivano da fonti abituali, ma potrebbe anche essere che inviare una mail in html significhi combattere anche contro un livello di cecità pregiudiziale.

In questo caso potrebbe essere utile fare un test A/B con una versione solo testo dell’email inviata e prendere poi una decisione.

2 – il racconto di una storia
Mandare una email è una proposta di scambio. Un valore da scoprire in cambio del tuo tempo e del tuo interesse.
Potrebbe essere interessante raccontare una storia di valore nell’email, ma anche dare una sorta di suono naturale alla Call to Action, con un “continua a leggere“, per portare l’utente alla pagina di destinazione. Meno impegnativo che scrivere “clicca qui”. Il rovescio della medaglia è che bisogna avere davvero una storia interessante.

3 – Un bel gran bottone
Se l’offerta è già ben convincente potrebbe bastare un gran bel bottone che porta all’azione immediata…

4 – Più di una Call to Action
Ho notato che con liste molto lunghe ed aggregate, includere molte Call To Action può aumentare il click-through, perché gruppi diversi di persone sono interessate ad aspetti diversi.
Per esempio, mettere a disposizione gratuitamente in formato PDF  un argomento che si spera incoraggi le persone a fornire il proprio indirizzo email, e promuovere anche un webinar che fa la stessa cosa. Questo significa usare un “vai avanti”,  inserire un link “Visualizza il file PDF” e un’altra Call To Action con  ”Iscriviti per il Webinar”.

5 – Un elenco ed una selezione
Se attualmente si invia una newsletter più lunga, sarebbe bene provare un formato con box diversi ed una selezione.
Si possono  offrire diversi link nella parte superiore della email  ad uno specifico articolo sul tuo sito web, ed anche utilizzare le ancore verso il basso e verso un brano nella stessa e-mail, seguita da un Call To Action  per leggere “di più”.

Questo metodo funziona bene quando si hanno un sacco di contenuti da offrire e si è in grado di organizzare efficacemente questi contenuti in modo da attirare una vasta gamma di clic.
È una combinazione del formato che racconta una  storia e di quello con molteplici CTA indicato in precedenza.

DAL BLOG DI GIOVANNI CAPPELLOTTO

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