venerdì 9 aprile 2010

LA SETTIMANA DEL MARKETING TRIBALE

RICEVO DA ANTONIO DI  NINJAMARKETING E VI SEGNALO QUESTA INIZIATIVA MOLTO INTERESSANTE.

Come vi avevamo annunciato parte oggi la Settimana del Tribal Marketing, una serie di post tematici che introducono il marketing tribale in vista del primo corso in “Non-Conventional & Tribal Marketing” di Ninja Academy che si terrà a Milano il 23 e 24 aprile. Come promesso, partiamo dal principio: cos’è il marketing tribale?
Per spiegare il Tribal Marketing bisogna partire dal concetto di Tribalismo. Come afferma Bernard Cova oggi viviamo in una situazione unica, siamo per la prima volta davvero liberi. La postmodernità sarebbe infatti caratterizzata da un estremo individualismo, “logico punto di arrivo della modernità, durante la quale si è perseguito in ogni modo l’affrancamento da tutti i legami sociali”, per questo motivo molti hanno definito l’epoca attuale anche come l’era dell’individualismo.
Al tempo stesso appaiono chiari i tentativi dell’individuo post moderno, sempre più isolato e incerto, di riaggregazione sociale e di ristabilimento di legami sociali arcaici e comunitari, sulla base di libere scelte emotive e passionali, più che razionali.
Ecco che quindi entrano in gioco quelle che Cova chiama neotribù o tribù postmoderne, ovvero gruppi che presentano una doppia identità, insieme primaria e secondaria, che rende possibile agli individui mantenere alto il livello di autonomia pur facendone parte (...)
Le tribù postmoderne possono avere diversa natura, legata alla diversa passione che accomuna i vari membri. Esistono comunità formatesi intorno ad uno sport estremo o ad una fede calcistica, intorno ad un hobby come il giardinaggio o l’astrologia, le associazioni ambientaliste o in difesa dei diritti umani, così come possono esistere tribù formatesi intorno ad un marchio o un prodotto. (...)
l consumatore postmoderno si muove in maniera dinamica, ha diverse attitudini e desideri in relazione al momento che sta vivendo e al ruolo che sta ricoprendo in quel momento. Ognuno di noi in ogni momento della nostra giornata condivide qualcosa con gli altri, il che ci rende simili fra noi e quindi raggruppabili in un insieme. Possiamo quindi affermare che siamo passati dagli stili di vita ai momenti di vita .Tra le cose che gli individui possono condividere c’è lo spazio sociale, che può essere fisico o virtuale, e ogni spazio sociale ha insito propri codici simbolici, regole e particolari attitudini al consumo.
Compito dell’azienda diventa quindi cercare di raggiungere i propri target proprio attraverso questi luoghi e individuare le modalità più adatte per comunicare con le persone. Individuare le migliori modalità di interazione e  di offrire esperienze ed emozioni al consumatore postmoderno è ciò che muove le azioni del marketing tribale ed esperienziale.
Alla base del marketing tribale c’è la visione e il desiderio comunitario tipico della società postmoderna, in cui il prodotto si inserisce in quanto totem intorno al quale una tribù si costituisce o in quanto supporto dei propri riti. Il marketing tribale considera quindi le tribù sottoinsiemi di consumatori poco definiti, e l’obiettivo è quello di creare tribù intorno a nuovi prodotti, intesi come vettori di comunicazione e collante sociale, o di supportare tribù già esistenti, sostenendo il legame sociale fra soggetti uniti da una passione comune.
Il marketing tribale gioca su entrambi i piani del tribalismo:
- Il legame effettivo tra due o più individui, uniti dall’affinità;
- Il legame immaginario che permette ad ognuno di sentirsi parte di un tutto comunitario legato ad un oggetto o un luogo, in modo da accedere a un immaginario globale della comunità.
Per attuare efficaci strategie di marketing tribale è necessario che l’impresa individui i raggruppamenti tribali, offra legami e non semplicemente merci e infine metta in comune le competenze delle tribù.(...)

Per ogni ulteriore informazione vi rimandiamo al nostro post sul corso, oppure potete contattare Flavio Glielmi a flavio[@]ninjamarketing.it

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