mercoledì 23 settembre 2009

MARKETING POLITICO E RUOLO DELLA RETE

Riporto i punti salienti dell’intervista realizzata a Mirko Pallera  da Tina Santoro per Radio Radicale. Nel corso della chiacchierata si è parlato di nuove possibilità offerte dalla Rete alla partecipazione del cittadino, di marketing politico e di molto altro.


Negli ultimi due anni si tende a parlare del pregio che hanno sia il social networking che il brand di creare una community attiva su questioni di natura sociale e politica. Credi sia possibile parlare di un ipotetico passaggio da un utente attivo ad un cittadino più attivo in futuro?

Si, questa è una delle riflessioni che ogni giorno impegnano la nostra mente. La grande rivoluzione dei Social Network per ora sembra limitata apparentemente alla socialità delle persone, quindi alla comunicazione interpersonale, alla gestione dei propri contatti in rete. In realtà la grande portata di questo nuovo modo di relazionarsi è ancora tutta da scoprire. Parlo proprio dell’aspetto della governance, creare nuovi sistemi di partecipazione democratica, far emergere delle istanze politiche dal basso, anche la risoluzione di problemi… La rete sta dimostrando di essere in grado di risolvere i problemi e di trovare soluzioni in maniera molto più efficace e efficiente di qualunque consiglio di amministrazione o gruppo di persone. Quindi perché non mettere al servizio della società la forza dell’intelligenza collettiva della rete? 

Credi che il web 2.0 in futuro possa diventare un mezzo privilegiato del marketing politico? E in questo senso come le strategie di marketing non convenzionale possono favorire questo processo?
Sicuramente si. Marketing politico è una parola che già ha in se quasi una negatività, un aspetto di persuasione, di promozione di un’idea. Ma se lo intendiamo invece come strumento di partecipazione , uno strumento per far arrivare le proprie idee al maggior numero di persone per raccogliere energie, mobilitare, creare gruppi di supporto sicuramente la campagna di Obama, allora lo può fare e lo farà sempre di più con la consapevolezza delle nuove regole del gioco. Oggi in realtà ci troviamo ad agevolare un processo di partecipazione. Una partecipazione che poi deve essere vera, reale, non deve essere semplicemente un nuovo strumento per far parlare di se.


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